Postura e Allenamento in Palestra

2 Febbraio 2017

posturaLa postura è la posizione del corpo e dei segmenti corporei in relazione allo spazio.
Si definisce postura ideale, quella che è in grado di generare il minor sovraccarico verso le strutture: scheletriche, legamentose, muscolari e nervose.
La postura rappresenta un atteggiamento statico con piccoli limiti d'oscillazione, differente dall'equilibrio inteso come atteggiamento dinamico che può essere mantenuto anche con importanti oscillazioni.
L'atteggiamento posturale, non è influenzato solo dall'equilibrio tra contrazione e rilasciamento tra muscoli agonisti e antagonisti, ma anche dall'aspetto neuromotorio, vale a dire dall'insieme dei riflessi sensitivo-motori.
In palestra si parla molto spesso di postura, negli ultimi anni infatti sono sempre più presenti attività che hanno come obiettivo quello di far ottenere ai clienti un riequilibrio posturale.
Le cause che possono alterare la postura, possono essere: lo stress fisico/emotivo, la sedentarietà, le attività professionali/sportive che impongono un assetto posturale scorretto per tempi prolungati, ecc..
Una postura scorretta non rappresenta solo un problema di tipo estetico, a seconda della durata e della gravità della disfunzione, può infatti portare all'insorgenza di disagio, dolore e invalidità.
L'allenamento in palestra svolto con sovraccarichi, spesso viene pianificato senza tenere conto dell'assetto posturale globale del cliente e della complessità delle catene muscolari che permettono il movimento.
La biomeccanica è la scienza che analizza le forze statiche o dinamiche che agiscono sul corpo, una valutazione corretta della biomeccanica nel corso dei movimenti funzionali, è essenziale per pianificare soggettivamente gli esercizi in palestra.
Gli squilibri muscolari, legati ad una perdita della lunghezza fisiologica nel muscolo, in senso stretto ad accorciamenti o eccessivi allungamenti muscolari, sono correlati con un'aumentata o diminuita escursione articolare, range of motion (ROM).
L'alterazione del ROM fisiologico in un'articolazione, può evolversi con una disfunzione muscolo-scheletrica, che genera fastidi e dolore nelle strutture coinvolte.
Il movimento articolare è favorito dalla sinergia di alcuni muscoli agonisti e dal contemporaneo rilasciamento dei muscoli antagonisti a questi.
Appare chiaro come uno squilibrio nella lunghezza dei muscoli agonisti o antagonisti, possa generare un ROM articolare non più fisiologico.
Alla luce di quanto detto fino ad ora, è fondamentale compiere una valutazione approfondita della biomeccanica nel corso dei movimenti funzionali, prima di passare ad un allenamento intenso che potrebbe e non poco generare dei sovraccarichi inutili e lesivi nel tempo.
Una valutazione attenta dovrebbe essere fatta da un ottimo tecnico o da un fisioterapista, al solo scopo informativo, proponiamo alcuni gesti funzionali che hanno l'obiettivo di fornire una valutazione generale nelle principali strutture corporee.

Valutazione della postura nel corso dei movimenti funzionali

Flessione-Abduzione della spalla
Sia nella flessione che nell'abduzione di spalla l'ampiezza del movimento è di 180°, di questi 120° vengono compiuti dall'articolazione gleno-omerale, i restanti 60° vengono compiuti attraverso la rotazione craniale della scapola.
Deve essere valutata non solo la quantità del movimento, ma anche e soprattutto la qualità, il test deve essere eseguito in stazione eretta o da seduto.
Flessione-estensione della colonna vertebrale
E' utile per valutare l'ampiezza del movimento e il comportamento dei singoli distretti del rachide: cervicale, toracico, lombare, oltre che di quello delle anche.
La valutazione della flessione viene fatta in stazione eretta o da supini, quella dell'estensione viene fatta da proni. In base al tratto preso in esame, durante la flessione della colonna, è possibile notare se vi è la presenza del gibbo, segno caratteristico della scoliosi.
Full squat
Il full squat è utile per valutare la mobilità articolare complessiva: del tratto lombare, dell'anca, delle ginocchia e delle caviglie.
Un'esecuzione corretta, è consentita solo se tutti i distretti appena citati, possiedono un'adeguata mobilità.

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